“I bagni di ghiaccio sono buoni per la perdita di peso.” Non c'è dubbio al riguardo!

Il concetto di usare i bagni di ghiaccio per perdere peso (noto anche come perdita di peso termogenico) non è nuovo. Gli annali storici sono pieni di esempi di pratiche di immersione fredda per la salute e la vitalità. Ancora, Nella nostra moderna ricerca per gestire il peso, I bagni di ghiaccio sono riemersi come un potenziale alleato. Questa pratica capitalizza sui processi termoregolatorie del corpo, Quale, Se esposto al freddo, potrebbe apparentemente migliorare i tassi metabolici. Il principio è semplice: Gli ambienti freddi costringono il corpo a lavorare di più per mantenere la temperatura centrale, Così bruciando più calorie.

Il grasso corporeo non è un monolite; È diviso in vari sottotipi, in particolare grasso bianco e grasso marrone (Pipistrello). Il grasso bianco è la forma più abbondante nel corpo e viene utilizzato principalmente per l'accumulo di energia e l'isolamento. Grasso marrone, o tessuto adiposo marrone, è meno comune e agisce come un melting biologico. Grasso marrone (Pipistrello) è attivato dall'esposizione a freddo, un fenomeno noto come termogenesi fredda. Quando stimolato, Questo tessuto metabolizza il grasso e il glucosio in calore, con conseguente aumento del dispendio energetico.

Bagni di ghiaccio Può servire da catalizzatore per questa accelerazione metabolica. Sompirsi in acque gelide può innescare una raffica di risposte fisiologiche, culminante in un elevato tasso metabolico. Questa risposta è un netto contrasto con i tradizionali metodi di perdita di peso, come la restrizione calorica o l'esercizio aerobico, che non sfruttano le capacità termogeniche.

Questo è attribuito all'attivazione del grasso marrone, che brucia quantità sostanziali di grasso bianco per mantenere la temperatura corporea in condizioni di freddo. Sorprendentemente, 100 Grammi di grasso marrone possono bruciare 3,400 calorie, equivalente a circa una libbra di grasso corporeo.

Un compendio di studi scientifici ha iniziato a chiarire il relazione tra esposizione a freddo e perdita di grasso. La ricerca indica che i bagni di ghiaccio possono aumentare l'attività, portando a aumenti metabolici misurabili. Tuttavia, L'attuale corpus di ricerca non è privo di limiti. Variabili come la composizione corporea iniziale del soggetto, Il periodo di adattamento all'esposizione a freddo, e l'interazione con altri processi metabolici richiede un'interpretazione cauta di questi risultati.

Ora, Uno studio di giovani che partecipano regolarmente a questa estrema attività ha scoperto che il nuoto invernale consente al corpo di adattarsi a temperature estreme. Un documento correlato è apparso ottobre 11 In Cell Reports Medicine. Lo studio suggerisce che il normale nuoto invernale può influire sul modo in cui il grasso marrone (Pipistrello) brucia energia e produce calore.

“I nostri dati sottolineano che BAT fa parte del sistema termoregolatorio negli adulti, agendo in combinazione con il muscolo scheletrico e il flusso sanguigno.”

Autore corrispondente del documento, Camilla Scheele dell'Università di Copenaghen, Danimarca, disse,

“Il nuoto invernale regolare combinato con bagni freddi e saune calde può essere una strategia per aumentare il dispendio energetico, che può contribuire alla perdita di peso se è possibile evitare l'aumento dell'assunzione di cibo.”

Nello studio, Scheele e coautori hanno esaminato se il nuoto invernale negli scandinavi è associato a cambiamenti nella temperatura corporea e rende i nuotatori invernali più acclimatati al freddo e al calore. Hanno anche analizzato le differenze nel pipistrello, Considerando che il pipistrello genera calore in ambienti freddi.

Per fare questo, Susanna Soberg dell'Università di Copenaghen, Primo autore del giornale, reclutavano otto giovani nuotatori invernali maschi che regolarmente invernali nuotavano o si alternano tra acqua calda e fredda ogni settimana per almeno due anni. Il nuoto invernale è vagamente definito qui come nuoto o seduto ancora in acque libere durante i mesi invernali, Indossare solo bauli da nuoto o nessun tronco. Al contrario, Gli otto partecipanti al controllo non hanno avuto una storia di nuoto invernale durante il periodo di studio.

“Inizialmente pensavamo che i nuotatori invernali avrebbero avuto più pipistrelli del gruppo di controllo, Ma si è rivelato essere solo che avevano una termoregolazione migliore.” Soberg ha detto.

Nei test preliminari, I partecipanti hanno immerso una mano in acqua fredda per tre minuti. Mentre entrambi i gruppi hanno risposto all'esposizione al freddo, I nuotatori invernali hanno mostrato segni di tolleranza al freddo, con aumenti più bassi nell'impulso e nella pressione sanguigna e temperature della pelle più elevate, suggerendo che alternare caldo e freddo potrebbe averli aiutati ad adattarsi a una maggiore perdita di calore.

In un altro test, I ricercatori hanno utilizzato un sistema regolabile di sistema di due coperte riempite d'acqua per il controllo e abbassare i partecipanti’ temperature corporee. Qui, pure, La temperatura della pelle del gruppo di nuoto invernale è aumentata a causa del freddo.

Prossimo, Utilizzo della tomografia a emissione di positroni, the researchers measured the activation of BAT in the participants at a comfortable temperature. Unlike the winter swimmers, the control group showed signs of BAT activation, which can serve as an indication of glucose uptake.

“These findings support the idea that in young people, BAT finely regulates body temperature to keep them in a comfortable state.” Scheele said, “Tuttavia, surprisingly, winter swimmers had no BAT activity at all at comfortable temperatures.”

BAT activity increased in both groups of participants during cold exposure. Tuttavia, winter swimmers produced much more heat or energy expenditure in response to cold temperatures.

“During cooling, the winter swimmers burned more calories than the control group, which may be due in part to higher calorie production.” Scheele said.

The researchers also looked at the thermoregulation of both groups throughout the day at comfortable temperatures. They found that the winter swimmers had lower core body temperatures – a possible sign of thermal acclimatization due to frequent saunas. Their skin temperatures near the BAT area showed a distinct peak between 4:30 E 5:30 a.m., and there was a 24-hour rhythmic phenomenon of BAT activation and heat production, at least when resting at comfortable temperatures.

“The reason for these differences may be the maturation of BAT and increased cold adaptation in the winter swimming group.” Scheele said.

Tuttavia, the researchers said the study’s small sample size, with no female participants, does not allow causal conclusions to be drawn about the direct effects of winter swimming on thermoregulation or BAT.

“Other lifestyle factors or genetic factors were not measured in the current study, and these may also have introduced differences between groups.” Soberg added.

Tuttavia, considering that BAT activity is associated with a lower risk of metabolic disease, these findings may have important health implications. In future studies, the researchers plan to assess the potential impact of winter swimming on metabolic health in overweight individuals, as well as investigate the molecular mechanisms behind BAT activation and how it communicates with the brain to regulate eating behavior.

“Our findings suggest that winter swimming is an activity that increases energy expenditure and may help with weight loss or weight control.” Scheele said.

Source of the above information: Altered brown fat thermoregulation and enhanced cold-induced thermogenesis in young, healthy, winter-swimming men

To harness the full potential of ice baths, one must adhere to precise guidelines. A safe ice bath experience is contingent on maintaining the water temperature between 10-15 gradi Celsius. The duration should not exceed 15-20 minutes to prevent hypothermia, with a recommended frequency of two to three times per week for tangible results. Such parameters ensure the balance between efficacy and safety.

The confluence of nutritional strategies and cold exposure may yield a symbiotic effect on weight loss. Diets rich in omega-3 fatty acids, for instance, have been shown to increase BAT activity, thereby potentiating the thermogenic impact of ice baths. Inoltre, exercise regimens that involve high-intensity interval training can complement the metabolic boost from cold exposure.

Despite the promising prospects of ice baths in weight management, there are risks. Individuals with cardiovascular conditions, pregnant women, and those with hypertension should steer clear of ice baths due to the significant stress they place on the circulatory system. An informed approach is paramount to mitigate potential health risks.

The calories consumed in cold water at 5°C can take into account the extra energy required by the body to maintain body temperature in a cold environment. Tuttavia, this estimate is not very precise, as individual differences and other factors can affect actual calorie consumption.

A common way to estimate this is to use the 1 kcal per kilogram of body weight per hour rule. In this case, if you soak in cold water at 5℃, it may increase the body’s energy consumption. For example:

Calorie consumption = weight × time × calorie consumption per kilogram of body weight per hour

Calorie consumption = 70kg × (10/60) hours × 1 kcal/kg/hour

After calculation, the result is

Calorie consumption = 11.67 calorie

Please note that this is only a very rough estimate and actual calorie consumption may vary due to individual differences, body adaptations, and other factors. This estimate is used primarily to illustrate that in cold environments, the body requires extra energy to maintain body temperature.

The conundrum of frequency is often debated. For athletes and fitness aficionados, thrice weekly sessions are touted, offering a cadence that aligns with intense training schedules. Ancora, this frequency is not one-size-fits-all. It fluctuates based on personal objectives, ranging from daily dunks for professional athletes to a more sparing regimen for lifestyle users.

In summation, ice baths may indeed hold potential within a comprehensive weight management strategy. They should not, however, be viewed as a panacea for weight loss but rather as one component of a holistic approach that includes diet, exercise, and lifestyle modifications. As we continue to explore the nuances of our physiology, practices like ice baths shine a light on the intriguing interplay between environmental stressors and metabolic health.

The judicious incorporation of bagni di ghiaccio could be advantageous for those seeking to augment their weight loss efforts. Ancora, it’s imperative that such practices are undertaken with due diligence and awareness of one’s health status. While the allure of accelerated weight loss is potent, the overarching objective should always be the enhancement of overall well-being.

The weight loss journey is as individual as the person undertaking it, and the utility of ice baths will vary from person to person. It is a journey that may benefit from the inclusion of this ancient practice, revitalized by modern science. Ultimately, whether ice baths become a mainstay in one’s weight loss regimen should be a decision made with thoughtful consideration of both the scientific evidence and personal health objectives.